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Per una resistenza nonviolenta contro la logica “violenta” che regna sovrana nel nostro tempo.

Di fronte ad un contesto globale che sembra saper solo più parlare il linguaggio della violenza, dello scontro, della prevaricazione e della guerra, è non solo utile ma, forse, necessario, avviare una riscoperta della nonviolenza e di una resistenza che si basi su di essa per provare ad arrestare questa pericolosa deriva e le sue drammatiche conseguenze. Un compito, però, non semplice e che deve attraversare alcune ambiguità, visto che sempre più spesso le stesse richieste di pace, di diritti umani, di giustizia sociale ed ambientale sono considerate quasi come dichiarazioni di guerra, e chi le avanza è trattato alla stregua di un violento o di un nemico della società, testimoniando come tutte le parole possono essere manipolate, e i loro significati possono essere distorti. Come può infatti accadere che l’azione di un corteo pacifico di giovani studenti che tenta di avanzare e/o che entra in contatto con le forze dell’ordine sia bollata come un’aggressione “violenta” e che questa

Gaza e la Convenzione ONU sul genocidio.

Rapporto sullo stato dei Diritti in Italia 2022-2023: Persona e disabilità

Carcere, volontariato e finalità rieducativa della pena.

Percorsi di cittadinanza: la pace ed il cammino della Rete Welcoming Asti.

Pace, convivenza dei popoli (e diritti umani?), ovvero la Cina secondo il Sindaco di Asti.

Carcere, lavoro, sicurezza e società: ambiguità e contraddizioni.