8 marzo 2022. C’è un dato che emerge dai tavoli di guerra russi e ucraini: non ci sono donne. Sono tutti uomini i delegati che tentano di negoziare la difficile tregua tra Russia e Ucraina, l’aggressore e l’aggredito. Dovrebbe interrogare il fatto che sono presenti solo uomini nei luoghi dove "l’umanità sofferente sembra non contare e in cui si decide di guerra, di bombardamenti, di confini, di misure d’emergenza". Di fronte a tale monopolio maschile appaiono di grande attualità le parole che Virginia Woolf scriveva nel libro contro la guerra “Le tre ghinee” (nel 1938 alla vigilia del secondo conflitto mondiale), relativamente alle nostre società e alla dimensione prevalentemente, se non unicamente, “maschile” che anima e governa i conflitti, giustificati e avallati da logiche di quello che si rivela essere: “un maschio mostruoso, dalla voce prepotente, dal pugno duro, puerilmente intento a tracciare cerchi di gesso sulla superficie della terra entro i quali vengono ammassati gli esseri umani, rigidamente, separatamente, artificialmente; dove dipinto di rosso e di oro, adorno come un selvaggio di piume, nostro fratello consuma mistici riti e assapora il dubbio piacere del potere e del dominio”. Virginia Woolf prosegue poi sottolineando come buona parte delle logiche che animano la passione maschile per la guerra attraversano anche gli stessi ragionamenti maschili sulla Pace rendendoli ambiguamente sterili e, quindi, sarebbe “sbagliato razionalmente e impossibile emotivamente” unirsi a tali ragionamenti perché così facendo “annegheremo la nostra identità nella vostra; entreremo, riproducendoli e rendendoli ancora più profondi, dentro i vecchi slabbrati solchi lungo i quali la società, come un grammofono rotto, va gracidando con insopportabile coralità: trecento milioni spesi per gli armamenti". Quanto suonano non solo attuali, ma anche profetiche queste riflessioni di fronte ad un mondo iper militarizzato e ad una spesa mondiale per il riarmo in costante crescita negli ultimi anni, arrivata alla cifra di quasi 2.000 miliardi nel 2020.
Virginia Woolf ritornerà sul tema nel breve saggio “Pensare la pace durante un raid aereo”, scritto due anni dopo, nel 1940, durante il bombardamento di Londra da parte dell’aviazione tedesca. Nonostante la situazione di pericolo imminente, l’autrice ribadiva, confermava e ampliava, tutti i suoi ragionamenti:
Se da una parte, infatti, il tragico rumore della guerra interrompeva quello che sembrava “il fluire calmo e continuo di un pensiero sulla pace”, dall’altra questo frastuono la costringeva “a concentrarsi sulla pace” perché: “Finché non pensiamo la pace tanto intensamente da materializzarla, ci ritroveremo tutti in un’unica tenebra”.
Oggi come allora occorre credere e pensare intensamente alla Pace, senza smettere mai di farlo, prima che sia troppo tardi. Grazie Virginia Woolf.
Bella riflessione! Grazie
RispondiEliminaGrazie.
Elimina