Torino: Danilo, Federica e una vita che disturba la città.

Negli ultimi due anni a Torino, passeggiando sotto i portici di piazza San Carlo, poco oltre il caffè Torino e subito dopo il toro bronzeo che spicca dalla pavimentazione del porticato (calpestarne le parti intime dicono porti fortuna …), s’incontrava una coppia, Danilo e Federica, che, insieme all'inseparabile amico a quattro zampe Tato, si era ritagliata un angolo di casa nel “salotto” di Torino. 
Una presenza originale e amica, due persone con cui scambiare qualche parola ogni tanto, mentre tra un libro e un cartoccio cercavano di “portare a casa” la giornata. 
La loro permanenza in quell'angolo della “città bene” non era sempre stata facile, anzi, nel periodo invernale, quello più duro e pericoloso per chi vive in strada, i loro giacigli e ripari, come quelli di molti altri, furono requisiti e buttati via in nome del decoro cittadino.
Nonostante tutto loro tornarono a vivere il loro cantuccio di porticato e ad animare chiacchiere, lamentele e solidarietà della variegata umanità che quotidianamente passava dinanzi a loro.
Da venerdì scorso, tuttavia, la loro presenza in quell'angolo di città non c’è più. Sempre in nome del decoro il comune li ha, infatti, collocati provvisoriamente in un dormitorio ed ha occupato il loro spazio con tre fioriere in un modo che si potrebbe eufemisticamente definire “indecoroso”.
Pare difficile ipotizzare la durata della loro permanenza nella stanza in cui hanno avuto la possibilità di andare insieme per non dover subire anche la violenza della separazione, cosa che non avrebbero, peraltro, accettato. Quali siano le loro necessità è chiaro: "Abbiamo bisogno di stabilità. Di una casa, di un lavoro. Vogliamo una vita uguale a quella di tutti gli altri". All'orizzonte, però, non sembra profilarsi alcuna soluzione abitativa, bensì un inserimento comunitario (anche se notevolmente più dispendioso). La cosa, al momento, non sembra preoccuparli troppo, esser separati è la cosa che più li spaventa. Il loro unico desiderio è questo: "Noi vogliamo stare insieme. Anche con il cane. Se non c’è nessuna possibilità preferiamo questo (la strada). Abbiamo tutto ciò che ci serve".
Passando da Torino penso di andare a trovarli. Immagino che nonostante l’impossibilità di tornare nel loro angolo si trovino nei dintorni. Li incrocio sotto il porticato poco prima di piazza San Carlo. Scambiamo due chiacchiere. Alcuni aggiornamenti sulla situazione, due battute sull'amministrazione cittadina e sui servizi, un’analisi della situazione politica, del mancato riconoscimento del diritto all'abitare e della guerra ai poveri vissuta sulla loro pelle, in nome ora del decoro ora della legalità. 
Mi fanno vedere gli articoli dei giornali su cui si parla di loro e mi accompagnano a vedere il loro angolo occupato da “inquilini” ben più ingombranti. Ci salutiamo e ci ripromettiamo di sentirci telefonicamente. Altre volte avevamo scambiato due parole nel loro angolo. 
Ho rivisto due persone che, come tengono a precisare, non hanno fatto mai del male a nessuno e in cui non sembra albergare alcun risentimento, ma solo il desiderio di un futuro dignitoso. Una coppia alla ricerca di un angolo di tranquillità in cui portare avanti una vita che, probabilmente, disturba molti che preferirebbero non vederla, ma che, invece, dovrebbe interrogarci tutti.

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