Claviere senza confini: cronaca della Grande Parata di Saltimbanchi senza frontiere.


Se l’arte può valicare i confini, perché non dovrebbero farlo ogni giorno anche uomini, donne e bambini?

Domenica 09 settembre 2018 ore 9,15, partenza da Asti.
Ore 11,30, arrivo a Claviere e partecipazione all’assemblea davanti a “Chez Jesus” insieme agli organizzatori di Saltimbanchi senza frontiere, ai migranti e ai volontari del rifugio autogestito, in cui si è condiviso e spiegato il significato dell’iniziativa. Alcuni dei presenti partecipano attivamente, altri sono appena arrivati e cercano un po’ di riposo, altri ancora si preparano per tentare l’attraversamento del confine attraverso i boschi. 

Ore 14,00, riunione preparatoria dell’evento con tutti i partecipanti e “addestramento canoro collettivo” per la realizzazione della colonna sonora della Gran parata:
“Ma che aspettate a batterci le mani, 
a metter le bandiere sul balcone?
Sono arrivati i re dei ciarlatani,
i veri guitti sopra il carrozzone.
Venite al confine per due ore,
vi riempirete gli occhi di parole,
la gola di sospiri per amore
e il cuore farà seimila capriole. …”

Ore 15, dal piazzale antistante Chiesa e rifugio “Chez Jesus”, gli artisti di Saltimbanchi senza frontiere guidano la partenza della Grande parata verso il confine italo-francese. Molti degli intervenuti sono armati: alcuni di scarpe vecchie portate a tracolla, altri di musica e di sorrisi, altri ancora di trampoli, clavette e nasi rossi, quasi tutti di arte e poesia. 

Ore 16,30, dopo aver aperto un varco tra blindati e agenti della Gendarmerie posizionati lungo il percorso, la Gran Parata arriva a destinazione e si trasformava in un grande cerchio di performance artistiche realizzate a pochi metri dalla frontiera che non riesce a fermare, nonostante l’ingente dispiegamento di forze dell’ordine, il continuo sconfinamento di musica e … bolle di sapone. La Gran parata si conclude con un atto poetico: scarpe di tutti i tipi e di tutte le misure sono posate dai partecipanti a pochi metri dal confine. A una linea di frontiera si contrappone un susseguirsi simbolico di passi che dovrebbero unirci nella ricerca di un mondo senza più muri e frontiere. Ci si ferma in silenzio e si riflette insieme sulle sofferenze, sui rischi e sulle morti delle tante persone che sono costrette ad affrontare il pericoloso cammino di attraversamento dei confini nella ricerca di una speranza per il futuro. 

Ore 18, ritorno a Claviere e Gran cerchio al cui interno i diversi artisti si esibiscono tra gli applausi del pubblico. Lo spettacolo s’interrompe solo per la testimonianza di un volontario di “Chez Jesus” il rifugio autogestito in cui “passano centinaia di persone, si fermano, vivono questo spazio insieme condividendo la loro quotidianità con i solidali, scambiandosi esperienze e consigli preziosi. A Chez Jesus si trova sempre una porta aperta dopo ogni respingimento”. Chez Jesus è l’ultima isola di umanità per molte persone che cercano di attraversare le frontiere. Oggi è a forte rischio sgombero e molti degli attivisti e solidali che lo sostengono sono stati denunciati.

Ore 19, partenza per il rientro a casa, a conclusione di una giornata in cui si è svolta una grande parata artistica, un atto poetico collettivo per ricordare che le persone valgono più delle frontiere e che arte e solidarietà non hanno, e non possono avere, confini.

Video della Grande Parata.

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