L’occupazione
dello stabile dell’Ex Mutua in via Orfanotrofio ad Asti risaliva al 2010, quando
dodici nuclei famigliari, per lo più colpiti da sfratti esecutivi, si trovarono
a dover affrontare il grave problema legato all’impossibilità di trovare
un’abitazione. Di fronte all’assenza di risposte istituzionali, l’occupazione
di un immobile dismesso si profilò come unica alternativa alla strada.
Successivamente nei diversi anni di permanenza nello stabile occupato, alcune
famiglie sono riuscite a trovare altre soluzioni abitative e si sono
trasferite. Il 18 aprile 2018 sono stati sgomberati e trasferiti presso una struttura
comunitaria sita in frazione Sessant gli ultimi nuclei, i più fragili.
Immediata la reazione del Sindaco che merita una breve riflessione.
“E’ stata fatta rispettare la legalità che
mancava da 8 anni. Si deve sapere che occupare abusivamente ad Asti non sarà
più tollerato”. Con queste parole, il Sindaco Rasero, pare aver accolto la
notizia dello sgombero dell’Ex Mutua, avvenuto il 18 Aprile, dimenticando come
in questi 8 anni le persone siano state costrette all’illegalità anche dall’assenza
di risposte istituzionali percorribili al loro problema abitativo. Nessun cenno,
inoltre, alle 4 famiglie coinvolte (le ultime rimaste delle 12 iniziali), che
trovandosi nell’impossibilità di individuare soluzioni alternative sono state condannate
a subire uno sgombero, effettuato con un ingente dispiegamento di forze dell'ordine,
da loro vissuto con lacrime e dolorosa rassegnazione (nonostante le attenzioni
dimostrate dai diversi incaricati per non aggravare la situazione). Nessun
cenno neppure al dilagare di un problema abitativo che coinvolge sempre più
astigiani (circa il 30% secondo dati recenti) e di cui le occupazioni sono
l’epifenomeno, che spesso riguarda le persone più fragili e per le quali l’occupazione
è stata (e continua a essere) l’unica alternativa alla strada.
Nel
1954 il Sindaco di Firenze Giorgio La Pira (Democristiano e Padre costituente,
non proprio un estremista sovversivo), giustificò con parole di grande
attualità l’aver utilizzato gli immobili vuoti per dare un’abitazione a chi era
stato sfrattato: “In una comunità cittadina non bestiale ma umana è possibile
lasciare senza soluzione un problema così drammatico per la sua improrogabilità
e urgenza? È possibile che un Sindaco, di qualunque parte sia, se ne resti
indifferente davanti a tanta cruda sofferenza?”.
L’articolo
3 della Costituzione impegna a garantire la dignità e i diritti delle persone attraverso
la rimozione degli “ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di
fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo
della persona umana”. Rimozione degli ostacoli, non delle famiglie dalla città.
Credo che una comunità più inclusiva, umana e sicura si costruisca a partire dall’impegno
per garantire a tutti il diritto all’abitare e ad una vita dignitosa, piuttosto
che sbandierando prove di forza istituzionali che affrontano le ingiustizie
sociali come fossero problemi di ordine pubblico.
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