Democrazia e dialogo: Asti e un bilancio indiscutibile?


Ad Asti la presentazione del Bilancio in Consiglio comunale sta aprendo preoccupanti interrogativi non solo sul merito delle questioni sollevate (aumenti delle tariffe dei servizi, tagli al sociale, …), ma anche sul metodo adottato nell’affrontare la discussione da parte della maggioranza. Pare, infatti, che l’unica risposta alle decine di emendamenti presentati dall’opposizione sia stata il trincerarsi dietro una sorda rigidità che, come qualcuno ha rilevato, lascia ben poco spazio a un confronto democratico. Nonostante le rassicurazioni del Sindaco in senso contrario, se si ripensa all’analogo modo in cui è stata gestita la questione riguardante il taglio sui progetti di vita indipendente per le persone con disabilità, bisogna rilevare che, forse, qualche problema c’è. In un articolo del 1948, dal titolo “Maggioranza e opposizione”, Calamandrei, uno dei “Padri costituenti”, ammoniva su un principio fondamentale per il buon funzionamento delle istituzioni democratiche: “La maggioranza […] bisogna che sia una libera intesa di uomini pensanti, tenuti insieme da ragionate convinzioni, non solo tolleranti, ma desiderosi della discussione e pronti a rifare alla fine di ogni giorno il loro esame di coscienza, per verificare se le ragioni sulle quali fino a ieri si sono trovati d’accordo continuino a resistere di fronte alle confutazioni degli oppositori. Se la maggioranza si crede infallibile solo perché ha per sé l’argomento schiacciante del numero e pensa che basti l’aritmetica a darle il diritto di seppellire l’opposizione sotto la pietra tombale del voto con accompagnamento funebre di ululati, questa non è più una maggioranza, ma si avvia a diventare una pia congregazione, se non addirittura una società corale, del tipo di quella che durante il fatidico ventennio dava i suoi concerti nell’aula di Montecitorio”. Il confronto e la discussione sono sicuramente faticosi, tuttavia credo siano necessari per preservare una “dialettica di ragionati contrasti, che è lo stimolo vitale di ogni regime democratico”.

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