Il 20 giugno in piazza del Pantheon a
Roma, durante una manifestazione in occasione della Giornata mondiale del
rifugiato, un avvocato criticava i decreti Minniti-Orlando. Al termine del suo intervento
le forze dell’ordine lo identificavano, insieme ad altri 4 attivisti e, a
distanza di un mese, tutti ricevevano la comunicazione di eleggere domicilio e
nominare un avvocato per le ipotesi delittuose di “Vilipendio della Repubblica,
delle istituzioni costituzionali e delle forze armate” e di “Violenza o minaccia
a un pubblico ufficiale”. A seguito di questi fatti #iomidenuncio organizzava per il 20 luglio davanti al Pantheon un presidio di solidarietà e
in difesa della libertà di dissenso e di espressione, evidenziando, tra le
altre cose, come: “Gli spazi di agibilità democratica nel nostro Paese si
stanno restringendo in modo sempre più preoccupante ed è grave e inaccettabile
la complicità tra un potere politico che si adopera con leggi liberticide e le
forze dell’ordine che si sentono libere di agire senza alcun controllo, …”.
Il giorno prima del presidio di Roma
ad Asti si effettuava lo “sgombero” e la successiva “dispersione” di tre
famiglie magrebine che occupavano da alcuni anni uno stabile senza creare alcun
problema, e con 6 bambini, molti dei quali frequentanti le scuole della zona, con
modalità e conseguenze che, mi pare, confermino i timori di derive securitarie ed
evidenzino i rischi di contrazione degli spazi di agibilità democratica e le
prospettive d’integrazione nel nostro paese.
Asti, 19 luglio 2017,
ore 11,30: “Almeno una quarantina di agenti tra carabinieri, polizia municipale
e poliziotti della celere (in assetto antisommossa), due furgoni blindati, 5
volanti, due mezzi dei vigili del fuoco. Un ingente, e inquietante,
dispiegamento di forze di fronte ad alcune famiglie con bambini, che tentavano
di dialogare con gli assedianti per cercare di evitare di essere cacciate da
una piccola palazzina in strada del Fortino (3 famiglie magrebine, in tutto 15
persone di cui 6 minori che, per inciso, pur occupando la palazzina da diverso
tempo, non essendo ancora riuscite a trovare soluzioni alternative, non avevano
mai creato problemi di sorta). Questa la scena cui ho assistito questa mattina uscendo
da casa mia, distante circa un centinaio di metri dallo stabile. Non riesco a
immaginarmi come possano vivere questo momento quei bambini e quei genitori, e,
soprattutto, quale ricordo ne conserveranno se tale è l’impressione che l’immotivata
sproporzione dell’intervento, esercita su una persona non direttamente
coinvolta come me. E’ preoccupante vedere che la necessità di un’abitazione, in
questo difficile periodo storico, è trattata alla stregua dei peggiori crimini.
Il triste spettacolo da me visto questa mattina mi sembra un’ingiustificata
esagerazione per una civile democrazia in cui i bisogni delle persone non
dovrebbero essere trasformati in colpe e in cui la salvaguardia dei diritti di
proprietà non dovrebbe mai diventare pretesto per prove di forza istituzionali.
A mio parere un pessimo biglietto di presentazione per il nuovo Sindaco e la
nuova amministrazione appena insediata che, quantomeno, dovrebbero fornire
un’adeguata giustificazione di quanto accaduto”.
P.S.:
“Al mio rientro a casa verso le 20.00, vedo l’ingresso dello stabile sprangato
e sorvegliato da alcuni vigilanti di agenzie private. Pochi minuti dopo scorrendo
le notizie della cronaca cittadina scopro che la “soluzione” pensata e adottata
da parte di Sindaco, Assessore e servizi sociali è stata quella di “disperdere”
i nuclei famigliari, inviando le donne e i bambini in una casa di accoglienza e
gli uomini al dormitorio comunale. 40 agenti per cacciare, chiudere e dividere
3 famiglie che non opponevano alcuna resistenza. Se questo è amministrare… Se
questa è civiltà …”.