Psichiatria e informazione: "Effetto Soldi"?

Sono rimasto spiacevolmente colpito nel leggere sulle pagine della cronaca torinese del quotidiano La Repubblica, il titolo: “Tso, “effetto Soldi” Violenze a psichiatria ma vigili e carabinieri non intervengono”, relativo a un articolo dell’otto marzo, in cui si descrivevano le difficoltà incontrate nel contenere la crisi di un paziente, da parte del personale del reparto psichiatrico dell’Ospedale Maria Vittoria, e del mancato intervento delle forze dell’ordine, ripetutamente chiamate, in loro supporto. Nell’articolo si specificava: “Ecco un altro caso che tocca il rapporto fra forze dell’ordine e aziende sanitarie sulla gestione dei pazienti con crisi violente”.
La dirigente del servizio chiarisce ulteriormente i criteri per la richiesta d’intervento in un’intervista pubblicata in data odierna: “Quando il paziente diventa molto aggressivo e pericoloso per gli altri, principalmente per gli altri pazienti e per i sanitari. Ma vogliamo anche proteggerlo da se stesso. Può accadere che quando un malato ha una crisi si faccia male …”.
“Effetto Soldi” … Andrea Soldi nell’agosto 2015 è stato la giovane vittima di un TSO violento, vittima di un intervento in una situazione in cui non vi era alcun elemento di violenza e/o pericolo imminente per sé e/o per altri. Nel caso di Andrea il brutale intervento congiunto di personale sanitario e forze dell’ordine (tutti recentemente rinviati a giudizio), ha determinato la morte di un uomo che non aveva fatto del male a nessuno e che se ne stava tranquillamente seduto su di una panchina. Non c’era alcuna forma di violenza da parte sua. C’è stata da parte di chi avrebbe dovuto tutelarlo.
Personalmente ritengo imprescindibile garantire un contesto di cura e lavoro sicuro per tutti. Credo, tuttavia, che utilizzare il nome di Andrea Soldi per riferirsi al mancato intervento delle forze dell’ordine (e/o alla definizione dei relativi protocolli d’intesa), a supporto del personale sanitario, per la gestione di “pazienti con crisi violente”, sia non solo scorretto, ma rischi di stravolgere la realtà dei fatti (e la memoria della persona).